Ciclo di incontri online, fruibili in diretta o in differita, per una visione critica (sia d’insieme che specifica di alcuni spettacoli) sull’opera di Luigi Pirandello.
NELLO SPECIFICO GUIDA AL TEATRO ONLINE è, sì, una “guida online”, che realizzeremo su Zoom, ma è soprattutto una guida al “teatro online”, ovvero un tentativo di vagliare con criterio il grandissimo materiale relativo al teatro che si trova pubblicato liberamente su internet.
Oggi intrattenimento e cultura su internet vogliono dire soprattutto Netflix, Amazon Prime, Disney+ e tutte le altre piattaforme che mettono in condivisione terabyte di contenuti. Tuttavia, un magma informe di cultura più o meno popolare è nascosto dentro a Youtube: come tirare fuori “qualcosa di buono” da questo calderone?
Ci proveremo con quattro incontri online con l’obiettivo di: – offrire una visione critica allo spettacolo teatrale; – entrare nel cuore dei temi e delle tecniche offerte dall’autore in esame; – contribuire alla formazione di una consapevolezza del pubblico.
Per conoscere meglio ciò che spesso, per pigrizia e fretta, diamo per scontato o affrontiamo solo superficialmente, come improvvisatori, insegnanti, formatori, critici, studenti o anche solo spettatori.
S’inizia con Pirandello, un grande classico del teatro borghese che da italiano è diventato mondiale. Uno dei primi intellettuali del Paese a diventare veramente europeo, un autore che, muovendo i primi passi dal realismo siciliano, anche influenzato dalle teorie sulla psicanalisi freudiana, arriva a rivoluzionare il Teatro Borghese del primo Novecento. È anche romanziere, poeta, autore cinematografico e di saggi critici.
RIVOLTO A – Insegnanti di scuola secondaria, alla ricerca di nuovi modi per affrontare i temi in classe; – Improvvisatori teatrali, che si cimentino, in scena e in allenamento, con gli stili e le tematiche in esame; – Studenti di scienze dello spettacolo che vogliano una visione d’insieme sull’argomento; – Pubblico teatrale, che sia interessato a inquadrare opere specifiche nell’insieme della produzione autoriale e teatrale; – Curiosi e interessati, chiunque voglia accrescere la conoscenza del teatro liberamente fruibile su internet.
INSEGNANTE Mirko Manetti – improvvisatore d’esperienza ventennale, insegnante d’improvvisazione, traduttore italiano per Status (la prima rivista internazionale del settore), laureato in storia del teatro e autore del primo saggio di storia dell’improvvisazione teatrale.
SERVIZI ACCESSORI – condivisione successiva delle lezioni videoregistrate; – invio delle dispense utilizzate a lezione in formato PDF; – consulenza one-to-one per dubbi più complessi; – attestato di partecipazione finale.
MODALITA’ Il modulo è costituito da quattro incontri da circa 45 minuti l’una che si terranno sulla piattaforma Zoom. Non è previsto un limite al numero dei partecipanti. Il corso si attiva con un minimo di otto partecipanti.
DATE E ORARIO Gli incontri si terranno in diretta (ma saranno anche successivamente ricondivisi con gli iscritti, in modo da essere fruibili anche in differita) nei seguenti giorni, sempre alle 21.45: – lunedì 16 novembre; – lunedì 23 novembre; – lunedì 30 novembre; – lunedì 7 dicembre.
COSTI E METODI DI PAGAMENTO La quota per partecipare all’intero modulo – comprensiva dei servizi accessori – è di 20 €, da corrispondere al momento dell’iscrizione via bonifico bancario, PayPal o Satispay, in seguito al quale si rilascia regolare fattura.
ISCRIZIONI È possibile iscriversi al corso compilando questo modulo online . L’iscrizione va perfezionata entro domenica 15 novembre.
INFO Per ulteriori informazioni potete scrivere a io@mirkomanetti.it o chiamare il 329 2217010.
Un soggiorno di quattro notti all’interno dell’Hotel Boccaccio nel quale si legge, si commenta e si indaga uno dei capisaldi della nostra letteratura.
Il corso è aperto a tutti, può essere di particolare interesse per: – studenti e insegnanti di ogni ordine e grado; – improvvisatori e insegnanti d’improvvisazione alla ricerca di uno “stile” medievale; – attori che vogliano prendere confidenza con la lettura e l’analisi di testi antichi; – amanti della letteratura e dell’apprendimento permanente.
LETTORE Mirko Manetti improvvisatore, autore e formatore, si laurea in Storia e tutela dei beni artisti e librari con una tesi sulle laudi fiorentino del ‘400. Si specializza in seguito in Storia del teatro, la cui tesi porterà alla pubblicazione del primo saggio sulla storia dell’improvvisazione teatrale. Ha già tenuto numerose letture su Dante e Boccaccio.
Per chiunque voglia indagare le tecniche di scrittura. Nel corso si approfondiscono i legami tra la “drammaturgia in azione” e la letteratura, si accenna ad alcune tecniche di scrittura creativa, comprese quelle destinate alla scena teatrale. Analizzeremo inoltre alcuni grandi autori della storia della letteratura per esercitazioni pratiche di scrittura “in stile” e di lettura espressiva.
Ecco gli autori che affronteremo in questo modulo: I DUMAS, una dinastia a colpi di “cappa e spada”; EDGAR ALLAN POE, primo indagatore dell’horror e del thriller; STEFANO BENNI, analista spietato e divertente della società contemporanea.
Il corso è rivolto improvvisatori di tutti i livelli e insegnanti che vogliano costruire una base teorica per il loro lavoro. È necessario altresì aver seguito il primo modulo il primo modulo di teoria dell’improvvisazione (del quale si possono acquistare le videolezioni).
INSEGNANTE Mirko Manetti improvvisatore da quasi vent’anni, insegnante d’improvvisazione e autore del primo saggio di storia dell’improvvisazione teatrale.
CONTENUTO In questo secondo modulo si approfondiscono alcuni temi, tra i quali: – i legami dell’improvvisatore col mestiere dell’attore, del drammaturgo e del regista teatrale; – i concetti di “storia” e “narratività” in relazione ai diversi format d’improvvisazione; – la dinamica nei ritmi e nell’energia della scena; – le improvvisazioni in stile.
CONTENUTO In questo primo modulo si indagano i fondamenti della teoria dell’improvvisazione teatrale. I particolare affronteremo: – l’attitudine dell’improvvisatore in scena; – i principi base dei maestri (soprattutto Viola Spolin e Keith Johnstone) e la loro evoluzione nel tempo; – la differenza competenza e performance; – elementi di costruzione narrativa.
Quando ho scelto il corso di laurea magistrale, mi son sentito un bambino di cinque anni che si affascina entrando al Luna Park: un posto sbrilluccicante, costosissimo e così lontano dalla vita quotidiana.
«è destinato a formare figure di ricercatori e professionisti in grado di lavorare in archivi dello spettacolo, giornali, festival, riviste, case editrici, fondazioni e altre strutture pubbliche e private intese alla promozione della cultura relativa allo spettacolo, con il fine di costruire una nuova professione di critici e studiosi, pubblicisti, redattori di riviste di alta cultura».
Vabbè. “L’apoteosi della fuffa”, mi son detto. Non avrei mai fatto una cosa così bella, come scrivere di teatro. Scrittura e teatro, il mio mascarpone e nutella.
Poi, una botta di curtuna incredibile, e ho conosciuto STATUS e il suo direttore Feña Ortalli: una rivista d’improvvisazione teatrale di caratura internazionale, interessata a tentare una pubblicazione in italiano. Da noi l’impro ha sempre più voglia di crescere, allargarsi all’esterno, capire i meccanismi oltreconfine, conoscere. Su Status vengono pubblicati mensilmente articoli, notizie, recensioni di spettacoli e festival, interviste a improvvisatori di tutto il mondo, approfondimenti storici.
La CAMPAGNA ABBONAMENTI è sempre aperta: dodici numeri all’anno al costo irrisorio di 10,00 €. Ci si iscrive a questo link, con un indirizzo email valido al quale verranno spedite le uscite in formato PDF.
Se improvvisi e vuoi saperne di più, perché rinunciare a STATUS!
Ora finisco di fare colazione, è l’ora del mio mascarpone e nutella.
Ci siamo! È possibile pre-preordinare THE IMPROV BIG BANG THEORY – Storia dell’improvvisazione teatrale – via email!
Quindici anni di esperienza nel mondo dell’improvvisazione teatrale + un percorso universitario nella storia del teatro + la curiosità di capire quando è scoppiata la prima scintilla all’improvviso: così nasce T.I.B.B.T.!
Dopo un inquadramento teorico, viaggeremo in una nuova storia del teatro alla ricerca degli elementi che costituiranno l’improvvisazione: da Aristotele a Cicerone, da Tommaso d’Aquino alla Commedia dell’Arte, da Diderot a Stanislavskij.
Riusciremo a trovare il Big Bang dell’improvvisazione teatrale? Lo chiederemo all’eredità lasciata dai grandi maestri del Novecento – Viola Spolin, Keith Johnstone, Del Close, Robert Gravel e tanti altri – per poi domandarci dove sono arrivati e dove saranno capaci di arrivare gli improvvisatori di oggi.
THE IMPROV BIG BANG THEORY – Storia dell’improvvisazione teatrale – è ora in fase di editing, a breve sarà pubblicato al prezzo di 15 € e distribuito online e nelle librerie fisiche, pre-ordinate e vi sarà dato!
L’idea è semplice, lo sarà molto meno la sua realizzazione: un secondo museo degli Uffizi sarebbe un impiego ideale per la Villa Medicea dell’Ambrogiana, anche solo per una porzione del complesso.
Nei magazzini degli Uffizi giacciono al momento circa 2500 (DUEMILACINQUECENTO) opere non esposte: gli Uffizi Off potrebbero essere sia un museo per le esposizioni di queste opere minori (minori per modo di dire, sono comunque di interesse elevatissimo), ma anche sede di mostre temporanee o museo dove le opere degli Uffizi vengono riallestite in maniera originale, per esempio con criteri tematici o iconografici. Ovviamente non è un’idea originale, come minimo arriviamo secondi: il Louvre ha già un Louvre 2 a circa centocinquanta chilometri da Parigi.
Tra l’altro, in alcuni interni della Villa si potrebbe lavorare per ricreare in maniera filologicamente corretta l’ambiente di vita dei Medici, o con ricostruzioni fittizie oppure con acquisizioni di arredi originali da altre parti, per restituire un’esperienza di vita simile all’originale.
Un’idea del genere rispetterebbe tutto quello che la legislazione vigente in maniera di tutela dei beni culturali richiede: prendiamo un immobile e lo restituiamo alle sue molteplici origini, alla natura medicea (appaiandolo agli Uffizi, cui è legato tra l’altro simbolicamente tramite l’Arno, così come l’Arno per l’appunto collegava direttamente la residenza di campagna alla “capitale”), alla natura ricreativa dell’edificio, al suo legame col territorio circostante.
Tra l’altro è un intervento perfettamente in linea con le richieste di delocalizzazione del turismo che provengono dalle grandi città d’arte e e col concetto di “museo diffuso” che sentiremo sempre più pronunciare nei prossimi anni.
Semplicemente, col biglietto di ingresso per gli Uffizi sarebbe compreso l’ingresso al museo principale, la tratta in treno o autobus da Firenze a Montelupo A/R e l’ingresso a Uffizi Off, volendo anche in due giorni diversi.
Io lo so che non è facile. Ma se è stato possibile dimettere una struttura come l’OPG, forse il grosso è stato fatto…
Pensate a un turista che, dopo aver visitato il centro di Firenze, aver visto chiese e edifici maggiori, dopo aver visto gli Uffizi, prende il treno, fa due passi sulla Pesa, entra nella cornice del viale e si trova davanti una Villa Medicea restaurata dentro la quale c’è un’altra parte della collezione degli Uffizi.
Penso che sarebbe un’esperienza insostituibile, per la quale varrebbe la pena investire e tentare di far lavorare insieme istituzioni pubbliche e private.
Io non lo so
come ti sono scivolato nella vita. Con la lentezza delle mucche al pascolo. Con la pazienza del contadino, ho ripetuto i gesti che la natura mi indicava, fino a farne rito. Il raccolto è diventato un desiderio mai pensato, una cipolla al cartoccio sotto le braci spente; prima di lui, ha mandato avanti gli inverni e le estati e tutte le altri stagioni per così tante e tante e tante volte che il desiderio ha sfiorato l’illusione.
Per sbaglio una sera ti è scappata una maniglia. M’avevi aperto la porta più buia e io ho voluto – ho dovuto – entrare. Ho chiesto permesso, ho fatto piano. Non ho avuto paura, neanche un secondo. Ho preso per mano la tua, di paure, era grandissima e nera ed io l’ho accarezzata, ti ricordi? L’ho accarezzata tanto da sghiacciarla, da scioglierla ai piedi del mio divano.
I calendari sfiorivano
e un’altra sera
esplose un bacio a quaranta atmosfere. La vetrina di un acquario rotta da duecentocéani. Amore mio, ti ricordi? Ci fermò l’impenetrabilità dei corpi. Solo una legge universale poté qualcosa.
Ancora stagioni e tante notti, le notti, succedeva tutto di notte tanto che pensai che il sole pensasse male di te. Sai le spie dei film, quando a un certo punto non sanno più per cosa lottano, dubitano della loro stessa bandiera, eppure non si distraggono un secondo?
Ho continuato a santificare ogni desiderio più sudicio, ogni pensiero di noi ignudi è diventato un sacramento e quando abbiamo fatto l’amore ci siamo finalmente persi nella nostra religione. Il giorno del giudizio è arrivato proprio quando il nostro giudizio è andato a puttane, e dentro quella massa di carne che eravamo noi avvinghiati non c’erano più due anime sole, ma tutti e sette i cieli in gloria, che Michelangelo c’avrebbe ritinto la Sistina.
Io non lo so come sia possibile ora trovarmi accanto a te. Così vicini da dormire scambiandoci i respiri. La pesantezza dei nostri fiati che di notte riposano insieme è per me come l’odore del vino più costoso.
E ora ti scongiuro, ti scongiuro:
FA’ CHE IO TI BASTI.
Non avrei forza per nient’altro che non sia il me che è nato con te.