Con ancora l’estate nei cuori e nei termometri, s’è definita la prima parte della prossima stagione all’insegna dell’improvvisazione teatrale toscana e non solo.
Ecco qua una lista di tante belle cose che succederanno a breve!
SAB 23 SET – ore 21.30 – Magma, Firenze – SUSHI SAB 7 OTT – ore 21.30 – Magma, Firenze – IMPROVISTI VEN 13 OTT – ore 21.30 – Perugia – IMPRO’ SAB 14 OTT – ore 21.00 – Sala Centofiori, Bologna – MATCH d’impro teatrale SAB 21 OTT – ore 21.30 – Renny, Firenze – SUSHI SAB 4 NOV – ore 21.00 – Sala Centofiori, Bologna – MATCH d’impro teatrale SAB 11 NOV – ore 21.30 – Magma, Firenze – IMPROVISTI SAB 25 NOV – ore 21.30 – Renny, Firenze – SUSHI SAB 9 DIC – ore 21.30 – Magma, Firenze – IO IMPRO DA SOLO LUN 25 DIC – ore 21.30 – Renny, Firenze – SUSHI NATALIZIO MAR 26 DIC – ore 21.30 – Teatro Mecenate, Arezzo – IMPROVISTI di S.STEFANO
Per info e biglietti, potete contattarmi direttamente o consultare le pagine Facebook e Instagram di AREAMISTA.
(Nella foto, io che mi oppongo con tutte le energie possibili – soprattutto con la panza – all’insorgere dell’autunno).
Cari naviganti, non ci salveremo dal turbocapitalismo, questo è certo, sebbene di tanto in tanto si apra uno spiraglio di sagacia o di solidarietà grazie al quale possiamo illuderci di trarre un piccolo vantaggio.
Questo mio messaggio è uno di questi piccoli spiragli rivolto ai compagni aventi sottoscritto un abbonamento di DAZN…
Avendo la tariffa mensile sfondato quota 40 euro quest’anno, in famiglia s’è deciso di salutare il gestore e IMMEDIATAMENTE ci è stato proposto uno sconto, prima a 36, poi a 30 poi a 27,99.
Quindi, se siete abbonati e volete risparmiare un po’ DISDITE L’ABBONAMENTO e aspettate l’offerta.
Prego.
#maledettibastardi
Continuano a scomparire simboli che costruiscono il nostro orizzonte di vita. Simboli universali – come i personaggi che abbiamo sempre visto alla tele, i cantanti che ci aiutavano a scrivere le letterine d’amore – o i simboli del nostro angolo di mondo. Al mio paesello quest’estate è venuto giù un albero che disegnava inequivocabilmente il panorama e svettava in tutte le foto dalla fine dell’Ottocento. Nessuno fa più il ciabattino, è grassa se è rimasto in piedi un bar con le caramelle all’orzo, non c’è più il postino che sapeva a memoria le abitudini dei destinatari.
Continuano a sparire simboli e, benché questo sia un dato di fatto sempiterno, è un lutto continuo che ci spaventa. Anche perché non vediamo la vera domanda: siamo capaci, noi, di costruire altri simboli? Di dare un valore collettivo a nuove cose?
Siamo pieni di fonti storiche su “il mondo non è più quello di prima, si stava meglio quando si stava peggio, e i giovani signora mia non hanno più rispetto”, ma non va sempre uguale; ci sono davvero epoche nelle quali la cultura si restringe, la ricchezza materiale e spirituale pro capite diminuisce e noi diventiamo un po’ meno civili e un po’ più tribali. Io so’ io e voi, punto.
Poi la tecnologia viaggia a velocità inaudite e spinge il nostro sistema di valori a cambiamenti sempre più repentini: in questi venti anni la nostra vita è cambiata dieci volte più velocemente che nei venti anni precedenti. Gli stessi venti anni nel Novecento sono stati un lasso di tempo trascurabile, Guerra a parte. Se atterrassimo nel XVII secolo probabilmente non saremmo in grado di capire se siamo nel 1616 o nel 1678.
Siamo spaventati, impoveriti, disorientati da questo vorticare dei tempi.
I partiti conservatori propongono la soluzione ideale a questi nostri sentimenti: negare il cambiamento, annullare la complessità del mondo, ridefinire i contorni delle cose così come piacevano a me. In modo tale che anche l’anziano della Casa del Popolo possa rimanerne attratto, consolato dalla speranza che almeno qualcosa torni “nella norma”, così come l’aveva vissuta lui.
Non è così che andrà, non è così che potrà mai andare.
Anche se non ci saranno ius soli o ius scholae, nelle nostre classi esistono GIA’ quegli italiani figli di immigrati. Pagheranno tasse e useranno servizi, faranno cose belle, normali o brutte come gli altri cittadini, non riconoscere loro alcuni diritti non sarà altro che un danno per tutti. Ci sono GIA’ le famiglie monoparentali, arcobaleno, allargate, eccetera, esisteranno a prescindere dai governanti, non riconoscere loro alcuni diritti non sarà altro che un danno per i loro figli, italiani di domani. Esistono GIA’ le donne che abortiscono e metter loro i bastoni tra le ruote non può risolvere in nessun modo la tragedia, può solo mettere loro addosso un peso ulteriore. C’è GIA’ chi fuma marjuana e non normare questo campo è solamente un danno, non porta nessun tipo di beneficio.
Potrei fare altri esempi ma non mi interessa il singolo contenuto, così come non mi interessa che i partiti progressisti possano proporre novantanove ricette fallaci su cento, il punto è lo schema generale. È il principale motivo per cui non capisco come si possa votare un partito conservatore. Oppure mi può aprire un’altra domanda: davvero non può esistere un partito di centrodestra che riesca a capire la complessità del nostro mondo?
Nella foto: una tazzina della Manifattura Mancioli, un pezzetto del mio paesello (ex) operaio che non esiste più.
è un posto buio dove passare il tempo. Non ce n’era un altro dove poter stare. Da qui non si scappa. Qui si finisce dopo aver fatto tutto questo male, questo male che ancora mi bagna le scarpe.
Sembra strano eppure non mi manca nulla. Ho amici e una famiglia sempre vicino che mi salvano quando c’è bisogno. Mi sono fatto il mio nido, ci sono dentro gli oggetti che volevo e sono nell’ordine che più desidero. Li detesto. Torni a mettere disordine?
Ci garbano i simboli. Li lasciamo lì, a raccontarci le storie che ci piacciono di più. I compleanni tondi sono un bel simbolo – festeggiare 146000 giorni di vita sarebbe molto meno efficace – e ci piace da morire avere paura del tempo che passa. Come guardare di sottecchi una scena horror in TV. Percepire quell’ebbrezzina brividosa che alberga tra il “sono diventato grande”, il “la vecchiaia s’avvicina” e il “mi sento ancora un ragazzino”. Per non parlare dell’eterno ”è tempo di bilanci”: io non vi sfuggo mai. In realtà è una costante… il bilancio, il progetto, il rendiconto, il rifasamento, ecc. È proprio un problema mio personale. Li facevo a dodici anni, i bilanci. Da bambino mi chiedevo se a casa avessimo messo l’allarme, prima di uscire. Insomma, è da una vita che dico che quando son nato avevo già quarant’anni, e ora succede che all’improvviso ce li ho davvero. (altro…)
Ogni mercoledì alle 21.30 curo con Antonio de Santo una stanza su Clubhouse – un’ora insieme per parlare di improvvisazione nelle sue mille declinazioni, ogni settimana ospiti professionisti, amatori, spettatori, formatori da tutta Italia!
Sa
di piccoli abissi di afose mattine sospese da eclissi di libri posati a socchiudere infissi di cose pensate che forse non dissi
di salti ammezzati appunti abbozzati liquori rimasti in bottiglia tappati
di sveglia che suona a dieci alle dieci di passi in avanti che proprio non feci di zuppe tolte un po’ presto dal fuoco
del battito innocuo di un uomo distratto che vede il sipario già al primo atto
e la giovane attrice che parla e non dice saluta il suo pubblico con scarpe in vernice:
«Non è colpa di questo o quell’altro momento: ho perso la testa per un colpo di vento»
La prima tiratura di FACEVO PRIMA COL TRENO è in fase di ristampa!
Il mio figlio prediletto è attualmente in attesa dei vostri occhi nelle scaffalature delle seguenti stimatissime librerie:
Empoli
RINASCITA, sia via Ridolfi che al Centro Coop
CUENTAME, in piazza dei Leoni
Firenze
NARDINI, in via delle Vecchie Carceri, complesso delle Murate
ALZAIA, viale don Minzoni 25/E
Scandicci
CENTROLIBRO, in piazzale della Resistenza 2/B
Arezzo
LA FENICE libreria, via Vittorio Veneto 31