Cos’è Sushi

“Sushi”, 14 maggio 2017, al Magma di Firenze

Nel maggio 2012 mi concessi una vacanza a New York col mio amico e collega improvvisatore Gregory Eve. Praticamente due settimane a base di hot dog, metro e teatro. Oltre ad aver scandagliato i cartelloni più blasonati di Broadway, ovviamente non poteva mancare uno sguardo alle compagnie d’improvvisazione newyorkesi.  

Non senza difficoltà riuscimmo a prendere due biglietti per l’Upright Citizens Brigade Theatre, dove andava in scena ogni domenica sera, da sedici anni, uno spettacolo dal titolo stranissimo: ASSSSCAT.

Sorvolo sulla difficoltà di capire scene improvvisate e continui giochi di parole rapidissimi in uno slang per me comprensibile forse al 15%, lo schema di base era in realtà piuttosto semplice. Anzi, inesistente: nessun costume di scena, solo un input iniziale chiesto al pubblico, e poi via il susseguirsi di scene più o meno correlate tra loro. 

Siamo usciti dal teatro entusiasti e con la voglia di sperimentarlo in prima persona. Un format-non-format, davvero senza rete.

L’assenza dei costumi può sembrare un dettaglio ininfluente, ma ricordo bene che abbiamo dovuto discuterne non poco al nostro ritorno a Firenze, quando abbiamo proposto la cosa ad Areamista. Il “confine” attore-personaggio si fa ancora più sottile, specie se sali sul palco esattamente coi vestiti con cui sei arrivato da casa e coi quali il pubblico ti ha visto prima, e a gennaio 2013 (data del debutto) mi ricordo che fu una piccola innovazione nell’improvvisazione italiana. Abbiamo anche scelto un teatro che facesse proprio al caso nostro, nel quale fossimo il più possibile a contatto col pubblico.

È nato così il nostro “freeform” che abbiamo poi chiamato «Sushi», col sottotitolo a spiegare meglio il nome «cruda improvvisazione su un letto di… riso!». 

I punti fermi ai quali ti aggrappi in un comune format d’improvvisazione (una finta competizione, un pattern da rispettare, un arbitro che interviene quando pensa sia il caso, un musicista che accompagna o spezza il ritmo, eccetera) non erano previsti. Solo un input iniziale e via per due tempi da trentacinque minuti a cercare di intrattenere, divertire, tenere alta la tensione. 

Una sensazione adrenalinica unica, difficile da spiegare, che ci accompagna ormai da tantissimi anni.

28/10/2021