Ottobre è il mese della prevenzione dentale, del raffreddore e dei nuovi hobby. Coi dentisti ho un discreto culo, i raffreddori sono il mio piccolo dramma personale e, riguardo agli hobby, mi posiziono dal lato dei ‘fornitori’. (altro…)
Mirko Manetti
Autore, formatore e improvvisatore teatrale
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Si potrebbe dire che esiste un sistema di valori che dovrebbe guidare l’improvvisazione teatrale. Valori non tecnici ma quasi filosofici, comportamentali, di attitudine più che di capacità:
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Appunti delle lezioni tenute dal professor Pierotti dell’A.A. 2014/2015.
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Prontuario di risposte alle domande ricorrenti.
1) MA STUDI ANCOORA??
Sì, purtroppo bisogna che tu te ne faccia una ragione.2) QUANTO TI MANCA?
Ad oggiquattrodue esami, un tirocinio da 150 ore e la tesi. Ho ipotizzato aprile 2016, ma ho dovuto saltare a luglio, e non è detto di farcela: nel frattempo lavoro, soprattutto di sera, e studiare la mattina dopo è tra le pratiche annoverate al Museo della Tortura di San Gimignano.3) BOIA, MA QUANTI ANNI HAI?
Tanti, ma mi sono iscritto da anziano e tra la triennale e la magistrale mi son preso un po’ di pausa di riflessione, oltre ad aver avuto da recuperare alcuni crediti che mi mancavano.4) MA A COSA TI SEI ISCRITTO?
Università degli Studi di Firenze, Scuola di Studi Umanistici (ex Facoltà di Lettere e Filosofia), dipartimento SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo), corso di laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo, curriculum in Storia e Critica dello Spettacolo. In sintesi: l’economia italiana non aspetta altro che me per ripartire.5) E LA TESI SU COSA LA FAI?
Improvvisazione teatrale: volevo fare una cosa tipo “la linea evolutiva dei format moderni”, ma l’Università di Firenze ha questo “vizietto” della storia e quindi dovrò trovare il modo di fare un’analisi storica, per la salute mentale del professore che mi segue.6) UNA TESI SULL’IMPROVVISAZIONE? È PROPRIO UTILE?
Probabilmente boh. Per me abbastanza. Primo, la considero una bella chiusura di questo doppio percorso parallelo fra teatro studiato e improvvisazione fatta. Secondo, magari scopro cose ganze. Terzo, in questi anni ho imparato a vedere l’”evento spettacolo” da tutti i punti di vista: produttivo, antropologico, organizzativo, artistico. L’improvvisazione ha una ricetta tutta particolare, interessante prima di tutto per il rapporto col pubblico e per il numero di “praticanti amatoriali”. Ha una diffusione e un gradimento tali per cui il fatto che la ‘comunità scientifica teatrologica’ ancora si giri di là quando se ne parla, mi fa ‘mpo’ incazza’. Ripeto: se non per il valore artistico, se non per l’impatto economico, almeno per il fenomeno in sé.7) MA DOPO, CONTINUI?
Credo di no, ma non perché non lo vorrei. L’idea del dottorato mi alletta, ma mi alletta anche l’idea degli euro. Magari si riescono ad unire le due cose!8) GANZO PERO’, PIACEREBBE ANCHE A ME STUDIARE…
Prova e vedi come va, tanto già di normale se ne buttano via svariati di soldi e di tempo. -
Appunti delle lezioni tenute dalla professoressa Mamone nel secondo semestre dell’A.A. 2014/2015.
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Io di finanza non ci capisco un guazzabubbolo. Allora rispondo così:
«È mia convinzione che fino a che una possibile unità europea non metterà l’evento culturale, il suo patrimonio di cultura e d’arte al primo posto della sua costruzione, essa sarà destinata al fallimento, anche se strutturalmente riuscisse in qualche modo a costituirsi. La prima realtà in atto, concreta, che non ha bisogno di “soluzioni politiche” ma solo “pratiche” ed organizzative, è l’unitarietà della cultura europea.»
Giorgio Strehler
Perché l’Europa culturale esisteva prima di Maastricht (nel senso del trattato, non della cittadina) e di Roma (nel senso del trattato, non dell’impero), prima dei bond e dei buoni del tesoro. Ma tanto “con la cultura non si mangia”.
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L’inventore del Match d’Improvvisazione Teatrale spiega come se placer nel patinoire.Le fondamenta della mia tesi sull’improvvisazione prendono forma. Scavando si trovano petruzze di rara bellezza. Come l’inventore di un gioco che su una televisione nazionale spiega, seriamente, come si gioca.
Non servono tanti libri allo studioso del teatro. Bisogna andare a cercare il teatro fuori dal teatro. Siamo dei minatori, che vanno a cercare le petruzze in territori più vasti. Nulla di peggio del teatro che si consuma solo nel teatro.
Prof. Stefano Mazzoni, lezioni fiorentine
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ovvero
Linee guida per un primo godurioso bagno nella performance improvvisata, tratta dalle lezioni tenute al raduno nazionale Improvvisummer 2015. (altro…)
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Se il teatro e l’improvvisazione sono fratellastri e la danza è la madre e l’origine delle arti espressive, oppure la terza sorella, o magari son tre cugini che si vedono solo a Natale… (altro…)