Era il 4 ottobre o pieno gennaio o forse estate si alla fine penso fosse estate
dalle mie parti o giù di lì
com’eri non lo so
bisogna che mi risparmi negli sguardi
non sono pronto a sporgermi così tanto
se mi butto, dammi retta, se mi butto non ne riesco
difatti è meglio se ti saluto in mezzo a tutti
è più semplice e insapore
mi illude di normalità
di una confidenza che non abbiamo (altro…)
Digressioni
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Ottobre è il mese della prevenzione dentale, del raffreddore e dei nuovi hobby. Coi dentisti ho un discreto culo, i raffreddori sono il mio piccolo dramma personale e, riguardo agli hobby, mi posiziono dal lato dei ‘fornitori’. (altro…)
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Si potrebbe dire che esiste un sistema di valori che dovrebbe guidare l’improvvisazione teatrale. Valori non tecnici ma quasi filosofici, comportamentali, di attitudine più che di capacità:
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Prontuario di risposte alle domande ricorrenti.
1) MA STUDI ANCOORA??
Sì, purtroppo bisogna che tu te ne faccia una ragione.2) QUANTO TI MANCA?
Ad oggiquattrodue esami, un tirocinio da 150 ore e la tesi. Ho ipotizzato aprile 2016, ma ho dovuto saltare a luglio, e non è detto di farcela: nel frattempo lavoro, soprattutto di sera, e studiare la mattina dopo è tra le pratiche annoverate al Museo della Tortura di San Gimignano.3) BOIA, MA QUANTI ANNI HAI?
Tanti, ma mi sono iscritto da anziano e tra la triennale e la magistrale mi son preso un po’ di pausa di riflessione, oltre ad aver avuto da recuperare alcuni crediti che mi mancavano.4) MA A COSA TI SEI ISCRITTO?
Università degli Studi di Firenze, Scuola di Studi Umanistici (ex Facoltà di Lettere e Filosofia), dipartimento SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo), corso di laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo, curriculum in Storia e Critica dello Spettacolo. In sintesi: l’economia italiana non aspetta altro che me per ripartire.5) E LA TESI SU COSA LA FAI?
Improvvisazione teatrale: volevo fare una cosa tipo “la linea evolutiva dei format moderni”, ma l’Università di Firenze ha questo “vizietto” della storia e quindi dovrò trovare il modo di fare un’analisi storica, per la salute mentale del professore che mi segue.6) UNA TESI SULL’IMPROVVISAZIONE? È PROPRIO UTILE?
Probabilmente boh. Per me abbastanza. Primo, la considero una bella chiusura di questo doppio percorso parallelo fra teatro studiato e improvvisazione fatta. Secondo, magari scopro cose ganze. Terzo, in questi anni ho imparato a vedere l’”evento spettacolo” da tutti i punti di vista: produttivo, antropologico, organizzativo, artistico. L’improvvisazione ha una ricetta tutta particolare, interessante prima di tutto per il rapporto col pubblico e per il numero di “praticanti amatoriali”. Ha una diffusione e un gradimento tali per cui il fatto che la ‘comunità scientifica teatrologica’ ancora si giri di là quando se ne parla, mi fa ‘mpo’ incazza’. Ripeto: se non per il valore artistico, se non per l’impatto economico, almeno per il fenomeno in sé.7) MA DOPO, CONTINUI?
Credo di no, ma non perché non lo vorrei. L’idea del dottorato mi alletta, ma mi alletta anche l’idea degli euro. Magari si riescono ad unire le due cose!8) GANZO PERO’, PIACEREBBE ANCHE A ME STUDIARE…
Prova e vedi come va, tanto già di normale se ne buttano via svariati di soldi e di tempo. -
ovvero
Linee guida per un primo godurioso bagno nella performance improvvisata, tratta dalle lezioni tenute al raduno nazionale Improvvisummer 2015. (altro…)
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Se il teatro e l’improvvisazione sono fratellastri e la danza è la madre e l’origine delle arti espressive, oppure la terza sorella, o magari son tre cugini che si vedono solo a Natale… (altro…)
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A Improvvisummer 2015 (30 maggio/2 giugno) – raduno estivo della Rete Nazionale Match d’Improvvisazione Teatrale – offrirò la mia manodopera con giuoia ed entusiasmo, in uno stage rivolto ai principianti ma non solo.
Il programma ufficiale recita:
C’ERA UNA (SOLA) VOLTA – Il primo passo nei mondi improvvisati.
Estrarre la propria energia creativa, con la mente sgombra e la faccia sorridente. Cosa è veramente importante per un buon improvvisatore? Le prime risposte spesso sono: tecnica, genialità, ascolto. E se scoprissimo invece che la vera forza creatrice di ogni storia improvvisata non ha niente a che fare con tutto questo? Improvvisare, infatti, è prima di tutto una questione di ENTUSIASMO. Maneggiamo allora la potenza dal gioco, della spensieratezza, del rilascio dei freni, assaporiamo la gioia del creare dal nulla e a cuor leggero. Torniamo bambini, per non focalizzarsi sul risultato ma sul percorso, guardarsi indietro e poter improvvisamente dire: “c’era una (sola) volta”, e dare così vita ad una storia scritta solo col nostro ‘entusiasmo creativo.Aggiungo: l’organizzazione ha pensato questo stage soprattutto per chi si è avvicinato da pochissimo all’impro, o per chi lo vuole fare proprio in occasione di questo raduno, ma ci concentreremo sul Big Bang della creatività esplorandone le forze che lo muovono, recuperando l’autentica spontaneità dell’improvvisare; è quindi adatto a chiunque si voglia re-innamorare dell’improvvisazione, per coltivare il suo lato meno razionale.
Perché improvvisare non è un gesto tecnico, ma un atto di volontà.
Engioi. -
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È difficile che sponsorizzi una causa, spesso rimane solo un rapido link nel frullìo delle notifiche di tutti i giorni.
Il fatto è che la Versilia sembra essere un altro posto, e pare che non ce ne siamo accorti più di tanto. (altro…)
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A voi che nell’estate scorsa avete seguito con apprensione le avventure claudicanti del mio pellegrinaggio lungo la Francigena, annuncio la volontà di rimettere insieme le pagine del “Diario Pellegrino”, rivedute e corrette, in un unico volume. Il libro vedrà la luce (altro…)