Sa

di piccoli abissi
di afose mattine sospese da eclissi
di libri posati a socchiudere infissi
di cose pensate che forse non dissi

di salti ammezzati
appunti abbozzati
liquori rimasti in bottiglia tappati

di sveglia che suona a dieci alle dieci
di passi in avanti che proprio non feci
di zuppe tolte un po’ presto dal fuoco

del battito innocuo
di un uomo distratto
che vede il sipario
già al primo atto

e la giovane attrice
che parla e non dice 
saluta il suo pubblico
con scarpe in vernice:

«Non è colpa di questo o quell’altro momento:
ho perso la testa per un colpo di vento»

[Antologia delle storie interrotte]