TURBOCAPITALISMO – CIAO UTENTE!
ESSERE UMANO – Ciao…
T – Non t’impaurire, son io!
EU – Io?
T – Sono il turbocapitalismo!
EU – Ora… il nome l’avevo risentito in giro, ma a vederti così m’avevi fatto tutt’un’altra impressione…
T – Eh lo so, lo so. Ma ti puoi rilassare. Dicono tante cose.
EU – Sostanzialmente che sei pieno di soldi e ne vuoi fare degli altri.
T – Questo è vero utente, ma…
EU – Ma utente di che?!
T – …ma sono qui per aiutarti!
EU – In che modo?
T – Tieni: ti do dello spazio su internet, gratis! Ci puoi scrivere quello che ti pare.
EU – Ma i siti si pagano!
T – Lo so ma io sono magnanimo. GRA-TIS-SE!
EU – Mmmh…
T – E prenditi anche quest’email. Scegli l’indirizzo. Servizio GRATUITO!
EU – Ma non mi serve.
T – Ma scherzi! È il futuro! Gratuìto, con l’accento sulla i!
EU – Oh se ho vissuto proprio bene senza, fino a ora?
T – FU-TU-RO!
EU – Vabbè. A caval donato. Ma che devo fare?
T – Guarda ti iscrivi qui. Spunti due caselle, mi regali due dati due (ma roba da niente, tanto li sanno già tutti), e sei già utente.
UTENTE – OK.
TURBOCAPITALISMO – Oh ci puoi mettere anche foto eh. Video, podcast. Quello che vuoi.
U – Podcast?
T – Roba figa, lascia fare da’ retta a me. A San Francisco l’hanno già tutti.
U – Ok.
T – Da’ solo un occhio allo spazio, ma tanto ti stra-avanza.
U – Bene.
T – Anzi anzi: toh, subito una novità nuova. Madonnina santa come son turbo! Un social network! Questa è fresca eh…
U – Ma ho aperto il blog ora.
T – Ma che te ne fai d’un blog?! SO-CIAL-NET-UORK! Questo è definitivo.
U – Me l’hai dato te il blog. Mah. Ma che è?
T – Un posto di interconnessione planetaria.
U – Cioè?
T – Uno strumento per farsi i catsi gli uni degli altri, e vedrai con quanta soddisfazione!
U – Sempre gratis?
T – Ovvio! Ti piglio solo qualche dato in più, un altro paio di spunte e a posto. Così per sapere cosa compri, dove vai a mangiare… ma tanto a chi vuoi che interessi se il venerdì vai in centro a Empoli e prendi due spritz prima della pizza da…
U – Macomecaz…
T – Guarda! S’è iscritta anche tua sorella e quattro dei tuoi più cari amici!
U – Vabbè. Mi iscrivo allora.
T – Sì sì. Hai estrema libertà a scrivere pubblicare quello che vuoi.
U – Tutto quello che voglio?
T – Sì.
U – Wow!
T – Poi magari ti blocchiamo un post con mezzo capezzolo al mare e lasciamo proliferare i neofascisti, ma quello è solo un bug temporaneo.
T – Ecco e se poi mi voglio cancellare, sparisco vero?
T – Sì… ehm… cioè. Però un po’. Bisogna vedere ecco.
U – In che senso “bisogna vedere”?
T – Insomma, la roba la salvo io da qualche parte. Te non ti preoccupare.
U – Aspe’: preoccuparmi di che? E da qualche parte dove??
T – Ma nieeente niente. Te comunque rimani il creatore dei contenuti.
U – E il proprietario.
T – No, quello no, sono io. Ma tanto è una di quelle cose che non servono a nulla, dai gnamo è figo. Ci sono altri millemilionzoni di utenti come te nel mondo!
U – Ok. Vabè, ormai ho già pubblicato un paio di foto, ma tanto a chi interessa.
T – Enfatti.
U – Eh?
T – Cioè: NO NO MACCOME, sei connesso, sei importante, è tutto intorno a te (cit.).
U – Mh.
T – Ascolta ma i film ti piacciono?
U – Sì, come la pizza, i Beatles e il mare.
T – Ottimi gusti! Semplici, popolari… sei il mio uomo! Allora senti: te ne offro un ballino.
U – Cosaaa??
T – Sì sì. E serie TV. Toh! Godi!
U – Ma… ma come?! Ma poi ho i DVD… c’ho Naptser e Emule mi lavorano come due raccoglitori di pomodori nel foggiano…
T – Queste battute non ci piacciono.
U – O che c’entri te con l’immigrazione clandestina?!
T – Infatti, nulla nulla. COOOMUNQUE dicevo. Macché Napster! Poi ti si frigge l’HD esterno e sei fottuto.
U – Ormai ho un bell’archivio, però in effetti…
T – I DVD li rivendi e ci raccatti anche due lire.
U – Bah… Ma sempre gratis?
T – Guarda, no, ma giusto perché la cosa stava diventando imbarazzante.
U – Ah ecco.
T – Imbarazzante per te, dico. Ma guarda, è un abbonamento ridicolo. Per meno di un caffè al giorno…
U – Non mi piace il caffè.
T – …meno di un pacchetto di sigarette alla settimana…
U – Non fumo mica…
T – Ma se giovedì sera hai pagato con la Visa due toscanelli e un pacchetto di Moods senza filtro alla “Non solo fumo” di San Piero a Sieve!!!
U – COME FAI A SAPERLO!?
T – Eh?
U – Come?
T – Guarda là!
U – Uuuuh il mio social network ha una funzione nuova!
T – Esatto. Comunque, ti abboni?
U – Sì sì dai, per così poco.
T – Beeeeenissimo. Tra l’altro, questa è la prima piattaforma, ma ti dico una cosina nell’orecchio solo a te: ne apriranno altre e faranno a sportellate per portarti sempre più roba.
U – Davvero??
T – Bah no! E poi… sshh… avvicinati: se poi ti logghi dal PC, dall’Ipad, dalla TV… fai a mezzo col vicino di casa, con gli amici… chissene…
U – Ah…
T – Chi viene a controllare?! Siamo lontanissimi!
U – Vai, fatto. Carta di credito.
T – Meglio.
U – Bono, tanto ho l’SMS alert se poi c’è l’inculata.
T – Furbooooo. A te non la si fa, caro il mio cliente!
CLIENTE – (gongola)
T – Toh, che ti dicevo…
C – O che c’è ora? Ma rilassarsi un minutino mai?
T – Macché rilassarsiiiii… il mondo viaggia! È dinamico! Ci si riposa nella tomba! Intanto fatti un profilo anche in questo altro paio di social network, che sennò non sei nessuno…
C – Uff…
T – Poi guarda: hai presente quel sito dove compri online?
C – Mh.
T – Quanta roba ci compri?
C – Eh, effettivamente tre o quattro acquisti al mese li fo…
T – BISCHERO! Abbonati. Risparmi le spedizioni!
C – Porca miseria, c’hai ragione… guarda qui che costi.
T – Poi magari usi un aggeggio per un mese e dopo lo rimandi indietro, sempre AGGRATISSE.
C – Ma… mi stai insegnando come fregarti??
T – Macché… son generoso, te l’ho detto.
C – Va bene via, mi abbono.
T – Tac! Sorpresa: altra piattaforma video!
C – Maccome!? Ma che c’entra l’e-commerce con la videodistribuzione!
T – Te amore mio sei un po’ troppo del Novecento… qui s’investe, capito?! Qui si fa tutto! Si tira su un capannone, s’apre una pizzeria, si fonda una casa di produzione, a avere i triliardoni è un minuto!
C – Vabbè. L’importante è che spenda poco.
T – Anzi! Risparmi, addirittura.
C – Boia.
T – Guarda bellino questo social nuovo, oh. Qui devi fare i video dei ballettini.
C – Ma ce n’ho già tre…
T – No ma questo è quello definitivo eh…
C – Lo dicevi anche del primo.
T – Eh ma il tempo passa. Guarda, un ballettino e via.
C – Ma mi sento ridicolo.
T – Ma te sei ridicolo!
C – Eh?!?!
T – Ma te NON sei ridicolo! Sei importante! Alla gente non gli pare il vero di vederti mentre fai l’unboxing delle Tiger che compri da quattro anni di fila sull’e-commerce dal Nencini Sport!
C – EHI…
T – Guarda lì: poppe!
C – Oddio!
T – Guarda come ballonzolano. Poi che ti piace? Il calcio? Tieni il profilo del Real Madrid, BORDA, tutti i gol della Champions 2004-2004! Scrolla scrolla!
C – Scrollo, scrollo.
T – Occhio perché alla terza scrollata… (ride)
C – Oh questa?!
T – Me l’ha suggerita l’intelligenza artificiale.
C – Chi?
T – STOCAZZO! Ahahaha… Dai oh, e fattela ‘na risata!
C – Vabbè, io vado eh.
T – Ndovai aspe’, guarda qui, questa pubblicità.
C – Ma non c’era la pubblicità!
T – Io non l’ho detto. Quando l’ho detto?
C – Mi sembrava.
T – No no. Intanto ce n’è un’altra, guarda anche questa. Questa ti piace. O che sarà, inserzioni di 20 secondi.
C – Mi sembravano 10.
T – Sì ma ora son 20. Poi forse 30, ma stai a guardare il capello.
C – Poi tanto posso skippare.
T – Per ora sì.
C – Come per ora?
T – CULI AL MARE!
C – Dove?
T – Oh ma un balletto l’hai pubblicato?
C – No no, ora vo a vedere la part…
T – La partita?!? E esci di casa?! Macché sei grullo, guarda questa piattaforma di streaming di sport!
C – Ne ho una in condivisione col mi’ babbo.
T – Punto uno: non te lo far sentir dire. Punto due: questa è meglio.
C – Perché?
T – Perché che?
C – Perché non me la devo far sentir dire?
T – Te dammi retta. Comunque questa è meglio. Guarda: meno di un caffè al giorno se prendessi il caffè.
C – Senti non mi sconfinfera, ho troppa roba.
T – Guarda che per ora adesso è gratis, se ti piace tra un mese ti viene comunque poco…
C – Mmh… vabbè…
T – Poi sei abbonato già di là! Guarda che c’è uno sconto se ti abboni anche di qua!
C – Dai, mi hai convinto. Così poi smezzo l’altro abbonamento con mia sorella.
T – Ecco. L’hai detto. Allora sei bischero.
C – Perché?
T – Perché ora mi tocca togliersi la possibilità di usare le piattaforme su più WIFI.
C – No! Maccome! Ma non eri magnanimo?
T – Sì ma mica cretino.
C – Uff. Vabbè. Rinuncerò a un paio di cose.
T – Non puoi.
C – Come?
T – C’è la penale, non hai visto?
C – Penale??
T – Ecco, hai scorso tutte le condizioni contrattuali senza leggerle. Ma sarai imbecille?!?
C – Ma son 404 pagine!
T – E ci sarà un motivo se scriviamo così tanto!
C – Uff….
T – Guarda lì! Lua ex ha pubblicato un reel nuovo!
C – Cosa?
T – Ecco. Ti sei distratto ed è aumentato l’abbonamento.
C – Di cosa?
T – Hai presente quello che ti porta le cose gratis, che ti fa le offerte, che ti fa vedere i film, che produce le serie TV…
C – Eh?
T – Cioè, speravi di cavartela con du’ spiccioli?
C – Ma se te che mi hai detto che costava du’ spiccioli!
T – C’è anche l’inflazione, il petrolio è alle stelle…
C – Per colpa tua, tra l’altro!
T – Ciccio, stai diventando arrogante.
C – Te sei arrogante!
T – Bene. Basta reso gratuito.
C – Ma che dici guarda che io…
T – Blabhabhalkhba specchio riflesso.
C – Uff. Ora chiamo l’assistenza tecnica.
T – Seh auguri.
C – Levo tutto.
T – E come vivi senza?
C – Come prima.
T – Non hai più i DVD. Non hai CD. Non hai nemmeno i lettori per usarli. I negozi in centro son tutti chiusi, grazie ai tuoi acquistoni online… come fai a smettere?
C – Ma quindi ora…
T – Esatto…
C – Sono povero e cretino…
T – Ci sei arrivato…
POVERO CRETINO – Ma mi pareva tutto bello all’inizio.
TURBOCAPITALISMO – Sì sì è tutto bello all’inizio, sempre. Come quando conosci una e non fate altro che accoppiarvi come cavallucci marini…
PC – Che è quest’email? In che senso promozione semestrale scaduta?
T – …e dopo sei mesi si lamenta che ti puzza il fiato. Ahahahah!
PC – Accident’a te e a chi t’ha creato!
T – Voi mi avete creato.
PC – Voi chi??
T – Ciao povery!
Mirko Manetti
Autore, formatore e improvvisatore teatrale
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Dopo qualche giorno di decantazione dalla notizia che ci ha sconquassato più delle tante altre simili che arrivano tutti i giorni, tento di scrivere sul binomio “violenza di genere” e “scuola”.
Già pochi anni di esperienza, ho visto passare nei vari piani formativi una discreta varietà di corsi (curriculari ed extracurrculari) per gli studenti, tra i quali non mancano le varie educazioni sessuale e/o all’affettività. Si fanno spazio perché i tempi sono maturi, nonostante vari tipi di resistenza: quelle politiche (a prescindere dal governo in carica), quelle amministrative (da parte di dirigenti poco coraggiosi), quelle di alcuni prof e alcuni genitori di idee particolarmente conservatrici.Esistono? Sì.
(altro…)
Si dovrebbero fare in ogni scuola? Secondo me, senza dubbio.
Se ne dovrebbero fare di più? Non lo so. -
Con ancora l’estate nei cuori e nei termometri, s’è definita la prima parte della prossima stagione all’insegna dell’improvvisazione teatrale toscana e non solo.
Ecco qua una lista di tante belle cose che succederanno a breve!
SAB 23 SET – ore 21.30 – Magma, Firenze – SUSHI
SAB 7 OTT – ore 21.30 – Magma, Firenze – IMPROVISTI
VEN 13 OTT – ore 21.30 – Perugia – IMPRO’
SAB 14 OTT – ore 21.00 – Sala Centofiori, Bologna – MATCH d’impro teatrale
SAB 21 OTT – ore 21.30 – Renny, Firenze – SUSHI
SAB 4 NOV – ore 21.00 – Sala Centofiori, Bologna – MATCH d’impro teatrale
SAB 11 NOV – ore 21.30 – Magma, Firenze – IMPROVISTI
SAB 25 NOV – ore 21.30 – Renny, Firenze – SUSHI
SAB 9 DIC – ore 21.30 – Magma, Firenze – IO IMPRO DA SOLO
LUN 25 DIC – ore 21.30 – Renny, Firenze – SUSHI NATALIZIO
MAR 26 DIC – ore 21.30 – Teatro Mecenate, Arezzo – IMPROVISTI di S.STEFANOPer info e biglietti, potete contattarmi direttamente o consultare le pagine Facebook e Instagram di AREAMISTA.
(Nella foto, io che mi oppongo con tutte le energie possibili – soprattutto con la panza – all’insorgere dell’autunno).
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Cari naviganti, non ci salveremo dal turbocapitalismo, questo è certo, sebbene di tanto in tanto si apra uno spiraglio di sagacia o di solidarietà grazie al quale possiamo illuderci di trarre un piccolo vantaggio.
Questo mio messaggio è uno di questi piccoli spiragli rivolto ai compagni aventi sottoscritto un abbonamento di DAZN…
Avendo la tariffa mensile sfondato quota 40 euro quest’anno, in famiglia s’è deciso di salutare il gestore e IMMEDIATAMENTE ci è stato proposto uno sconto, prima a 36, poi a 30 poi a 27,99.
Quindi, se siete abbonati e volete risparmiare un po’ DISDITE L’ABBONAMENTO e aspettate l’offerta.
Prego.
#maledettibastardi
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Continuano a scomparire simboli che costruiscono il nostro orizzonte di vita. Simboli universali – come i personaggi che abbiamo sempre visto alla tele, i cantanti che ci aiutavano a scrivere le letterine d’amore – o i simboli del nostro angolo di mondo. Al mio paesello quest’estate è venuto giù un albero che disegnava inequivocabilmente il panorama e svettava in tutte le foto dalla fine dell’Ottocento. Nessuno fa più il ciabattino, è grassa se è rimasto in piedi un bar con le caramelle all’orzo, non c’è più il postino che sapeva a memoria le abitudini dei destinatari.
Continuano a sparire simboli e, benché questo sia un dato di fatto sempiterno, è un lutto continuo che ci spaventa. Anche perché non vediamo la vera domanda: siamo capaci, noi, di costruire altri simboli? Di dare un valore collettivo a nuove cose?
Siamo pieni di fonti storiche su “il mondo non è più quello di prima, si stava meglio quando si stava peggio, e i giovani signora mia non hanno più rispetto”, ma non va sempre uguale; ci sono davvero epoche nelle quali la cultura si restringe, la ricchezza materiale e spirituale pro capite diminuisce e noi diventiamo un po’ meno civili e un po’ più tribali. Io so’ io e voi, punto.
Poi la tecnologia viaggia a velocità inaudite e spinge il nostro sistema di valori a cambiamenti sempre più repentini: in questi venti anni la nostra vita è cambiata dieci volte più velocemente che nei venti anni precedenti. Gli stessi venti anni nel Novecento sono stati un lasso di tempo trascurabile, Guerra a parte. Se atterrassimo nel XVII secolo probabilmente non saremmo in grado di capire se siamo nel 1616 o nel 1678.
Siamo spaventati, impoveriti, disorientati da questo vorticare dei tempi.
I partiti conservatori propongono la soluzione ideale a questi nostri sentimenti: negare il cambiamento, annullare la complessità del mondo, ridefinire i contorni delle cose così come piacevano a me. In modo tale che anche l’anziano della Casa del Popolo possa rimanerne attratto, consolato dalla speranza che almeno qualcosa torni “nella norma”, così come l’aveva vissuta lui.
Non è così che andrà, non è così che potrà mai andare.
Anche se non ci saranno ius soli o ius scholae, nelle nostre classi esistono GIA’ quegli italiani figli di immigrati. Pagheranno tasse e useranno servizi, faranno cose belle, normali o brutte come gli altri cittadini, non riconoscere loro alcuni diritti non sarà altro che un danno per tutti. Ci sono GIA’ le famiglie monoparentali, arcobaleno, allargate, eccetera, esisteranno a prescindere dai governanti, non riconoscere loro alcuni diritti non sarà altro che un danno per i loro figli, italiani di domani. Esistono GIA’ le donne che abortiscono e metter loro i bastoni tra le ruote non può risolvere in nessun modo la tragedia, può solo mettere loro addosso un peso ulteriore. C’è GIA’ chi fuma marjuana e non normare questo campo è solamente un danno, non porta nessun tipo di beneficio.
Potrei fare altri esempi ma non mi interessa il singolo contenuto, così come non mi interessa che i partiti progressisti possano proporre novantanove ricette fallaci su cento, il punto è lo schema generale. È il principale motivo per cui non capisco come si possa votare un partito conservatore. Oppure mi può aprire un’altra domanda: davvero non può esistere un partito di centrodestra che riesca a capire la complessità del nostro mondo?
Nella foto: una tazzina della Manifattura Mancioli, un pezzetto del mio paesello (ex) operaio che non esiste più.
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Workshop di improvvisazione teatrale nei Parchi d’Italia
IMPROPARK – a piedi nudi nell’impro – è un progetto che porta l’improvvisazione in giro per l’Italia. L’estate, il parco, l’aria aperta richiamano il senso di libertà e gioco che è capace di trasmettere a tutti l’improvvisazione teatrale.
A CHI È RIVOLTA LA MASTERCLASS?
La masterclass IMPROPARK È PER TUTTI, siano essi:
curiosi – che vogliano avvicinarsi a questo mondo per la prima volta o testare i propri limiti attraverso il gioco del teatro;
attori – che vogliano aumentare il proprio bagaglio di competenze;
improvvisatori principianti – che vogliano conoscere nuove tecniche e nuovi punti di vista sulla disciplina;
improvvisatori con esperienza – che vogliano ravvivare il fuoco dell’impro o migliorare aspetti precisi del loro improvvisare;
formatori di qualsiasi ambito – che vogliano capire come applicare materialmente queste tecniche al loro insegnamento;
insegnanti di teatro o improvvisazione teatrale – che vogliano capire come si progetta una lezione, si fa vivere un gruppo, si spiegano gli esercizi, si traggono conclusioni e si gestiscono gli imprevisti.QUALI SONO LE TAPPE DI IMPROPARK?
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Amore mio,
è un posto buio dove passare il tempo. Non ce n’era un altro dove poter stare. Da qui non si scappa. Qui si finisce dopo aver fatto tutto questo male, questo male che ancora mi bagna le scarpe.
Sembra strano eppure non mi manca nulla. Ho amici e una famiglia sempre vicino che mi salvano quando c’è bisogno. Mi sono fatto il mio nido, ci sono dentro gli oggetti che volevo e sono nell’ordine che più desidero. Li detesto. Torni a mettere disordine?
(altro…) -
(altro…)
Vorrei scrivere parole d’aloe
che ricuciono ferite
pettinano i pensieri
distendono le guance
ma ogni segno sulla carta
è uno squarcio nello scuro -
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Ringrazierò per sempre la vita per tutte le storie che mi racconta.
Le storie inutili, quelle stupide o quelle che grattano il cuore. Tipo che potrò raccontare di questo tavolo che ho davanti ora, di quando sono andato a prenderlo a Ponsacco un mattina di fine luglio da due ex falegnami sdrucìti e del loro immenso stabilimento impolverato, pieno di vecchi mobili nuovi e di traslochi altrui. Di quella serie TV, leggera e stupenda, che mi aiuta ad addormentarmi e a riaddormentarmi in queste notti di vento dentro. Di aver pianto una confessione a bordo lago, in tarda sera, già stanco al pensiero del giorno successivo (nel quale avrei aiutato un energumeno esteuropeo a catapultarmi un frigorifero dalla finestra del primo piano).
La ringrazierò sempre perché saranno le storie che racconterò, con la mia logorrea che m’illudo essere molto più interessante di quello che è in realtà; tra mille giorni trascurabili, troverò comunque ancora storie nuove che potranno invecchiarmi nei ricordi. E saranno drammatiche ma io troverò il modo di infilarci una battuta, e saranno gioiose ma troverò il modo di macchiarle un po’ d’amaro.